Il 29 settembre (San Michele) 2003, lo European Council for Steiner-Waldorf Education, per voce di Christopher Clouder, ha presentato il movimento per la pedagogia di Rudolf Steiner alla Commissione Cultura del Parlamento Europeo, di fronte a circa novanta parlamentari provenienti dai vari paesi dell'Unione Europea. Dopo alcuni giorni, il Signor Clouder ha inviato alle diverse Federazioni delle nostre scuole la seguente lettera
Nell'Unione Europea il tema dei diritti dei bambini non è stato la cosa più importante, né per la politica, né per l'apparato legislativo. Guardando i documenti che arrivano da Bruxelles, è evidente che anche se ci sono dei riferimenti dedicati ai giovani , fino a tempi recenti, pochi erano gli accenni ai bambini ed ai loro bisogni. Con buon auspicio le cose stanno per cambiare e alcune organizzazioni, per esempio Children in Scozia, The National Children's Bureau e Children in Galles, lavorano per incrementare l'attenzione sulle problematiche del bambino. Recentemente vi è stata un'ondata di consensi per riconoscerli anche come cittadini. La nuova bozza della costituzione europea (articolo 1 comma 3) afferma che l'obiettivo dell'Unione è di combattere l'esclusione sociale promuovendo la giustizia sociale, la protezione e l'eguaglianza tra uomini e donne, la solidarietà fra generazioni e la protezione dei diritti del bambino. Anche nella Carta dei Diritti Fondamentali, di cui è proposta la legalizzazione in tutti gli stati europei, all'articolo 24 formula nuovamente i diritti del bambino:
1 ) i bambini avranno il diritto di protezione e di cura necessario per il loro benessere;
2 ) in tutte le azioni relative ai bambini, prese sia da autorità pubbliche che da istituzioni private, gli interessi del bambino devono essere la considerazione primaria;
3 ) ogni bambino avrà il diritto di mantenere con regolarità un rapporto personale e diretto con entrambi i genitori, finché questo non sia contrario al bene del bambino stesso.
Questo stato delle cose è stato finora attribuito alla limitazione delle competenze dell'Unione Europea nell'ambito educativo. Quando l'Unione Europea è stata fondata, è prevalsa l'opinione che l'educazione è un argomento così profondamente radicato nell'identità nazionale che qualunque interferenza sovranazionale sarebbe stata indesiderabile. La politica economica, però, ha manifestato alcune indicazioni nell'ambito dell'orientamento professionale, promuovendo iniziative nell'area della mobilità e dell'armonizzazione dei contenuti dei corsi professionali, allo scopo del riconoscimento reciproco degli stessi tra i vari stati. Negli anni '80 questo ambito fu esteso dalla Corte di Giustizia Europea, la quale stabilì che l'orientamento professionale riguardava anche l'educazione universitaria. Con il passare del tempo, di fronte alla crescita economica e alle forze tecnologiche del Giappone e degli Stati Uniti, è diventato un fatto accettato che l'educazione era un'area legittima nell'intervento dell'Unione Europea, finalizzato al miglioramento del futuro economico e tecnologico della stessa Unione. Il Summit di Lisbona nel 2000 espresse un accordo comune finalizzato ad una strategia capace di consentire la sostanziale crescita dei posti di lavoro e lo sviluppo della coesione sociale. Questo però richiedeva la modernizzazione del benessere sociale e del sistema educativo. La creazione di una coscienza sociale fa oggi parte della politica educativa dell'Unione Europea, anche se dal limitante punto di vista della crescita economica e della prosperità materiale. Ma che ne è dei bambini?
Questo è ovviamente un argomento che dovrebbe essere vicino ai nostri cuori.
Mentre i sistemi educativi sono criticati per le loro carenze, il nostro compito è di assicurare che il bambino rimanga al centro dell'attenzione. Il rapporto della Commissione Europea del 2001, Un nuovo impulso per i giovani europei , ammette che "I sistemi educativi sono criticati fortemente sia dagli esperti che dai giovani. I limiti delle scuole moderne non sono visti in primo luogo come problemi degli insegnanti o della scuola in sé, quanto piuttosto del sistema educativo nel suo complesso". La spinta verso il cambiamento aumenta, ma potrebbe facilmente causare il ritorno di anacronistiche pratiche del passato. Il ministro dell'educazione francese Luc Ferry, ha detto recentemente che mettere il bambino al centro dell'educazione era soltanto demagogia, e che questo tipo di argomento doveva essere valutato con chiarezza e attenzione. Gli educatori sono preoccupati dalle tendenze contemporanee, e questo dà un'altra dimensione alle nostre responsabilità verso il bambino. Il dibattito ha ora assunto dimensioni internazionali e da questo palco abbiamo deciso che la nostra voce, per quanto modesta, debba essere ascoltata.
Dopo anni di visite occasionali e tentativi di essere conosciuti dai membri del Committe on Culture, Youth, Education, Media and Sport, siamo stati invitati a parlare per conto dell'European Council for Steiner-Waldorf Education per uno scambio di punti di vista con il Comitato riunito. Formalmente ci hanno chiesto di portare un po' di ispirazione a Bruxelles durante la bella giornata di San Michele, quest'anno. Durante gli ultimi due anni abbiamo fatto riunioni con i coordinatori di tutti partiti politici rappresentati nel Comitato per ottenere il loro supporto, percorrendo così i corridoi senza fine e i labirinti di stanze che costituiscono il Parlamento Europeo a Bruxelles. Qualche tempo prima avevamo allestito la meravigliosa mostra sulla nostra pedagogia, organizzata dalle scuole Waldorf norvegesi, messa strategicamente nell'edificio per quasi una settimana all'inizio della campagna. L'ultimo di questi incontri lo abbiamo avuto con il presidente Michel Rocard, ex primo ministro e ministro dell'educazione francese. Tutte le riunioni sono state amichevoli e calorosamente accolti dai Membri del Parlamento Europeo (MEPs), con cui abbiamo sostenuto prolifiche discussioni. Tra i tanti interlocutori abbiamo trovato anche genitori di alunni di scuole Waldorf ed ex alunni delle stesse.
Uno sviluppo che ha facilitato questo obiettivo è stata la decisione a Lisbona nel 2000 da parte dell'European Council's* , di chiedere all'Education Council** di riflettere sugli scopi futuri del processo educativo. Il meeting di Lisbona ha anche stabilito l'obiettivo di rendere l'Europa la più competitiva e dinamica economia nel mondo. Le loro conclusioni si sono sviluppate partendo da questa visione pragmatica e competitiva, stabilendo infine che l'educazione ha il "principale ruolo di promuovere i valori umani condivisi dalla nostra società .
L'Education Council ha poi identificato tre principali obiettivi: migliorare la qualità e l'efficacia dell'educazione e dei sistemi di training in Europa, facilitarne l'accesso a tutti aprendo l'educazione e i sistemi di training al mondo intero. Sebbene queste siano considerazione piuttosto generiche, le implicazioni sono che l'educazione costituisce oggi un argomento di dibattito a livello europeo e crediamo che sia importante che tutti noi abbiamo voce in questo dibattito, cominciando sin dalle prime fasi. Questo implica anche una capacità di ascoltare ciò che viene discusso e di essere preparati ad un dialogo aperto. Da qui l'incontro citato sopra, che ha dimostrato di essere un evento di successo.
Dopo la presentazione di quindici minuti fatta da Isabelle Dupin della Federazione Francese, ed un'altra fatta da me, i membri del Comitato hanno posto le loro domande. L'umore complessivo era di interesse palpabile e di grande disponibilità, con particolare riferimento ed attenzione per il materiale informativo che era stato appositamente predisposto e fatto circolare. I membri del Comitato erano interessati, tra l'altro, a sapere come operiamo sotto differenti condizioni circa le sovvenzioni di fondi pubblici, il ruolo dello sport nelle nostre scuole e, in modo significativo, su come essi possano garantirci un aiuto nel futuro. Abbiamo sottolineato come la nostra preoccupazione sia relativa a tutti i bambini in Europa, e non solo a quelli frequentanti le nostre scuole, e su questo punto abbiamo potuto basarci su diverse pubblicazioni di ricerche ufficiali europee che sottolineano il bisogno di trasformazione nella pratica educativa. L'entusiasmo spesso generato da situazioni di apprendimento non formali, potrebbe anche essere ricercato in situazioni più formali, attraverso un sistema di insegnamento più creativo ed adatto al bambino, in un contesto di pluralismo e diversità. Vi è stato un applauso finale e si è udito il presidente dire bravo e quanto importante avesse trovato il nostro lavoro, incoraggiandoci a continuare.
Questo invito ci ha concesso una maggiore credibilità, aprendo nuove possibilità che abbiamo già iniziato ad esplorare. Stiamo riflettendo su come sviluppare il nostro lavoro politico europeo, ora che la Commissione Europea è stata dichiarata corresponsabile col Consiglio dell'Educazione nel raggiungimento di obiettivi più ambiziosi entro il 2010, come stabilito all'incontro del Consiglio dell'Educazione nel febbraio del 2002. Questi obiettivi includono l'impegno verso una riflessione generale sugli obiettivi concreti dei sistemi educativi, concentrandosi sulle comuni preoccupazioni, nel rispetto dell'identità nazionale . Lo scopo di diffondere le esperienze migliori ottenendo una maggiore convergenza verso gli obiettivi dell'Unione Europea è chiamato metodo aperto di cooperazione , argomento sul quale le scuole Steiner hanno particolare familiarità sebbene utilizzino una diversa terminologia. Abbiamo tenuto un meeting preliminare con un dirigente del dipartimento della Commissione, responsabile per questo programma, chiedendogli di essere inclusi nel lavoro futuro.
5 ottobre 2003
Christopher Clouder
* i Capi di Stato o i Primi Ministri dei Governi dei paesi dell'Europa Unita
** i Ministri dell'Educazione dei paesi dell'Europa Unita